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Epicondilite: come curarlo? come prevenirlo? consigli utili

Aggiornamento: 18 ago 2019


Come curare l'epicondilite, o gomito del tennista, in poche sedute con l'osteopata a Cagliari e fisioterapista Dottor Angioni.
Dott. Angioni Giuseppe cura epicondilite

Cos’è l’epicondilite laterale? L’epicondilite laterale, termine comune il gomito del tennista, è uno stato infiammatorio doloroso che coinvolge l’articolazione del gomito, causato da uno stress meccanico ripetuto (overstress), sia da attività sportiva che lavorativa. Dipendentemente dalla sua evoluzione clinica può essere avuto o cronico. Dati epidemiologici confermano che è un problema molto comune, questo sembrerebbe dovuto a comportamenti viziati lavorativi, od all'aumentata attività sportiva non accompagnata dal tempo di recupero. La prognosi è nella maggioranza dei casi benigna, se la lesione non è complicata da calcificazioni o degenerazioni (es. tendinosi), evento conseguenza dell’epicondilite cronica; in quest’ultimo caso, spesso richiede la terapia cruenta chirurgica.


Chi è a rischio per l’epicondilite?

Seppur il termine possa far pensare ad una patologia esclusivamente dei tennisti, la maggioranza dei casi clinici, coinvolge sia sportivi e lavoratori che svolgono attività dove è richiesto di impugnare uno strumento (es. martello pneumatico) o di utilizzarlo in modo costante (es. falegnami), o più semplicemente con l’uso del mouse (es. impiegati), possono nel tempo, soffrire di epicondilite, ossia un'infiammazione che può interessare singolarmente l’epicondilo (prominenza ossea laterale epifisi distale dell’omero) o il tendine comune degli estensori della loggia laterale dei muscoli avambraccio, od entrambi, causato primariamente da un overstress della muscolatura estensoria del polso, precisamente dai muscoli estensore radiale breve e lungo del polso. Sembrerebbe che spesso sia interessato anche il muscolo bracchio-radiale, per continuità di fascia.

Il movimento che viene considerato parassita perchè lesivo, è il movimento estensorio ripetuto dell’articolazione del polso, soprattutto se associato alla prono-supinazione dell’avambraccio con estensione del gomito. Seppur il termine possa far pensare ad una patologia esclusivamente dei tennisti, la quasi totalità dei casi clinici, coinvolge sportivi e lavoratori che svolgono attività dove è richiesto di impugnare uno strumento. Tale movimento è molto frequente nell’attività della vita quotidiana, che potrebbe essere coinvolto qualsiasi persona, che sia sportiva o che sia lavoratore attività sedentaria (es. nell’impiegato per uso del mouse), alla casalinga, meccanico, operaio (per uso ripetuto degli utensili), nel tennista (movimento rovescio), bodybuilders (aperture laterali con manubri) e tutti i lavori che riproducono il movimento stereotipato, lesivo descritto precedentemente.


Quale è la causa dell’epicondilite? La causa dell’epicondilite laterale, come già descritto è l’associazione del movimento estensorio del polso, associata alla prono-supinazione ed estensione del gomito. Per entrare meglio nei particolari, nell’epifisi distale dell’omero (parte laterale del gomito), vi è una prominenza ossea, chiamata appunto epicondilo laterale, punto di inserzione prossimale dei muscoli estensore radiale breve e lungo del polso; tali muscoli passano all’interno della loggia osteofasciale laterale dell’avambraccio, inserendosi distalmente sui rispettivi punti della seconda e terza base raggio metatarsale. Ogni talvolta si esegue l’estensione del polso (o flessione del gomito) si ha contrazione isotonica dei rispettivi muscoli descritti, e se assocciato ad una prono-supinazione dell’avambraccio con estensione del gomito, questo determina un sovraccarico miotendineo, con microlesioni del tessuto connettivale; a tali microlesioni il l’organismo interviene immediatamente, avviando il processo infiammatorio, atte a riparare la parte lesa, ma nel contempo determinando l’infiammazione dell’epicondilo. Se tali microlesioni si presentano frequentemente, causa sovraccarivo dell’attività sportiva o lavorativa, allora si avrà una situazione in cui il meccanismo di riparzione non è sufficiente da poter riparare le continue microlesioni connettivali, determinando nel tempo la cronicizzazione del problema sino alla sclerosi locale (che il risultato rimaneggiamento tissutale della parte lesa) con tendinosi. Ne consegue quindi un’impaccio motorio doloroso all’uso dell’arto superiore, anche durante i movimenti più semplici.


Quali sintomi dell’epicondilite laterale? L’epicondilite laterale, o “gomito del tennista”, è una sindrome da sovraccarico muscolare molto comune; spesso nei lavoratori sedentari, ha un’esordio piuttosto blando, con semplici fastidi o sporadici indolenzimenti, con un’evoluzione ingravescente se le cause del sovraccarico non vengono limitate, tanto che il dolore può irradiarsi distalmente sino al terzo medio dell’avambraccio oppure prossimalmente sino al terzo medio dell’omero, andando ad inficiare anche gesti più comuni, come l’aprire una porta o afferrare oggetti, nello stringere la mano alle persone o all’utilizzo del volante durante la guida. Negli sportivi o lavoratori attività logoranti, solitamente la sintomatologia ha un’esordio più brusco ed acuto, spesso in seguito a movimenti rapidi del polso e gomito. L’evoluzione sintomatologia è tanto più rapida quanto più significativo è il sovraccarico muscolare. Ricapitolando i sintomi dell’epicondilite laterale sono:

  • dolore più o meno intenso ed ipersensibilità tattile nell’area esterna al gomito;

  • irradiazione dolorosa dal gomito all’avanbraccio e/o braccioIncremento doloroso durante il movimento forzato (cliching della mano) e gomito;

  • sensazione di bruciore e di stiramento nella faccia lateralmente del gomito;

  • riduzione della forza muscolare con difficoltà all’estensione del polso soprattutto associato a gomito flesso.

​Se solo sospettate di avere il gomito del tennista, è bene farsi valutare dal dottore, onde evitare la cronicizzazione del problema, che se trascurato può evolvere in un disturbo motorio con dolore importante tale da inficiare l’utilizzo dell’arto anche nelle attività semplici quotidiane. Ricordate che oltre i 60 giorno di sintomatologia, si passa allo stato cronico del disturbo con implicazione di altri sistemi del corpo.


Il trattamento dell’epicondilite laterale.

Il trattamento terapeutico dell’epicondilite deve essere principalmente conservativo, rispettando almeno i primi 3 caratteri dell’acronimo R.I.C.E. (rest, ice, compression, elevation), quindi il riposo dalle attività causa del sovraccarico muscolare; applicazione del ghiaccio, se in fase acuta, mentre caldo se in fase cronica (non sempre è la regola); compressione tramite tutori miotendinei, permettendo la dissipazione meccanica altrove rispetto il punto infiammato, facilitando la riparazione. Il trattamento convenzionale, viene associato all’utilizzo della terapia farmacologica (FANS, infiltrazioni), di quella strumentale, Tecarterapia (SOLO Human Tecarterapia della Unibell), onde d’urto (in caso di tendinosi calcificata), e in casi peggiori con l’intervento chirurgico. Se l’epicondilite è in fase acuta (esordio entro 60 giorno), e vengono rispettati i punti precedenti, il corpo potrebbe risolvere l’infiammazione autoriparandosi; se invece l’infiammazione è cronica ( oltre i 60 giorni) e non è possibile rispettare i punti della terapia conservativa, allora necessariamente si ricorre alla terapia manuale; tale terapia non potrà essere semplice osteopatia, o fisioterapia, ma deve necessariamente Integrata Osteopatica, in quanto lo stato cronico è considerato uno stato di malattia, e non una disfunzione. Nello studio a Cagliari Dottor Angioni applica la Medicina Integrata Osteopatica, in maniera da facilitare la riparazione della parte infiammata. L’osteopata che si basa sui principi della Medicina Integrata Osteopatica Avanzata, utilizza una serie di approcci di terapia manuale e strumentale, atte a facilitare ed stimolare la risposta corporea di autoriparazione ed autoguarigione del disturbo. Durante trattamento, Dottor Angioni darà dei consigli comportamentali ed esercizi da fare, che sono coadiuvanti per la risoluzione dell’epicondilite.

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